Home
Categories
EXPLORE
Music
History
Comedy
True Crime
Society & Culture
Religion & Spirituality
Business
About Us
Contact Us
Copyright
© 2024 PodJoint
00:00 / 00:00
Sign in

or

Don't have an account?
Sign up
Forgot password
https://is1-ssl.mzstatic.com/image/thumb/Podcasts221/v4/92/f7/b6/92f7b6b0-43ef-b154-69f4-09c89053c2f3/mza_3456398744921133360.jpg/600x600bb.jpg
È scherzo od è follia
Rete Toscana Classica
7 episodes
3 days ago
Questa è una breve storia delle risate in musica. Con questo intendiamo proprio il fenomeno delle risate (ah, ah, ah, ah!), non degli scherzi musicali o dell’umorismo. Il ridere è da sempre un qualcosa di ambiguamente umano, legato alla tecnica e all'intelligenza come alla follia e alla stupidità, al potere come alla disperata mancanza di potere, al trasporto erotico come al distacco razionale. In un tour de force di sei puntate, userò la storia della musica (dal 1560 al 1960 circa) come un archivio sonoro di rappresentazioni di risate, per interpretare poi volta per volta questo archivio in senso storico, filosofico, e politico. Attraverso la musica, e da ben prima dell’invenzione del fonografo, possiamo infatti ascoltare la risata in tutta la sua infinita complessità narrativa, sonora, psicologica, e politica, dalla risata madrigalesca alla risata isterica operistica, dalla risata della maschera teatrale alla crudeltà dissacrante di folle impazzite e automatizzate. Si esplicitano e dipanano, attraverso questa cascata di voci sghignazzanti, rapporti di potere incentrati su genere, razza, specie e classe, in bilico tra il dire e non dire, tra il grido e il nodo in gola, tra il favellare umano e le espressioni di tutto ciò che - in un modo o nell’altro - escludiamo dalla categoria del propriamente umano. Immagine: un particolare da The Laughing Audience di William Hogarth (1733), conservato al Metropolitan Art Museum di New York.
Show more...
Music Commentary
Music,
Music History
RSS
All content for È scherzo od è follia is the property of Rete Toscana Classica and is served directly from their servers with no modification, redirects, or rehosting. The podcast is not affiliated with or endorsed by Podjoint in any way.
Questa è una breve storia delle risate in musica. Con questo intendiamo proprio il fenomeno delle risate (ah, ah, ah, ah!), non degli scherzi musicali o dell’umorismo. Il ridere è da sempre un qualcosa di ambiguamente umano, legato alla tecnica e all'intelligenza come alla follia e alla stupidità, al potere come alla disperata mancanza di potere, al trasporto erotico come al distacco razionale. In un tour de force di sei puntate, userò la storia della musica (dal 1560 al 1960 circa) come un archivio sonoro di rappresentazioni di risate, per interpretare poi volta per volta questo archivio in senso storico, filosofico, e politico. Attraverso la musica, e da ben prima dell’invenzione del fonografo, possiamo infatti ascoltare la risata in tutta la sua infinita complessità narrativa, sonora, psicologica, e politica, dalla risata madrigalesca alla risata isterica operistica, dalla risata della maschera teatrale alla crudeltà dissacrante di folle impazzite e automatizzate. Si esplicitano e dipanano, attraverso questa cascata di voci sghignazzanti, rapporti di potere incentrati su genere, razza, specie e classe, in bilico tra il dire e non dire, tra il grido e il nodo in gola, tra il favellare umano e le espressioni di tutto ciò che - in un modo o nell’altro - escludiamo dalla categoria del propriamente umano. Immagine: un particolare da The Laughing Audience di William Hogarth (1733), conservato al Metropolitan Art Museum di New York.
Show more...
Music Commentary
Music,
Music History
https://www.retetoscanaclassica.it/wp-content/uploads/2025/03/The-Laughing-Audience-Hogart.jpg
Risate nere su fonografo
È scherzo od è follia
49 minutes 50 seconds
6 months ago
Risate nere su fonografo
Con l’arrivo del fonografo di Edison e della scoperta delle possibilità commerciali di tale invenzione, emergono generi di canzoni creati e adattati per la riproduzione sonora. Regina tra queste tipologie di canzoni è la laughing song americana, una canzone, spesso semplice e memorabile, in cui si ride a suon di musica, profondamente legata a dinamiche razziali dell’epoca della segregazione. La risata nera è, come vedremo negli esempi di George Washington Johnson, Jelly Roll Morton, e Bessie Smith, certamente intesa dagli ascoltatori bianchi dell’epoca anche come indice della mancanza di eloquenza delle persone razzializzate (che “ridono sempre” perché sono semplici e allegre, al contrario di chi le guarda). Ma è anche un qualcosa che si fonde con la tradizione afro-americana del signifyin’ (della quale scrisse lo studioso di letteratura Henry Louis Gates) del parlare in codice, del mascherarsi e difendersi dalla sopraffazione usando suoni, termini e canzoni che significano cose diverse a seconda di chi le ascolta. Il cilindro fonografico che viaggia lontano dal suo punto di origine – e viene ascoltato anche dall’altra parte del mondo – porterà queste risate nere a essere ascoltate e imitate in una miriade di modi diversi (a Napoli, in Inghilterra, in India) ogni volta generando nuovi significati politici a livello locale e globale.
È scherzo od è follia
Questa è una breve storia delle risate in musica. Con questo intendiamo proprio il fenomeno delle risate (ah, ah, ah, ah!), non degli scherzi musicali o dell’umorismo. Il ridere è da sempre un qualcosa di ambiguamente umano, legato alla tecnica e all'intelligenza come alla follia e alla stupidità, al potere come alla disperata mancanza di potere, al trasporto erotico come al distacco razionale. In un tour de force di sei puntate, userò la storia della musica (dal 1560 al 1960 circa) come un archivio sonoro di rappresentazioni di risate, per interpretare poi volta per volta questo archivio in senso storico, filosofico, e politico. Attraverso la musica, e da ben prima dell’invenzione del fonografo, possiamo infatti ascoltare la risata in tutta la sua infinita complessità narrativa, sonora, psicologica, e politica, dalla risata madrigalesca alla risata isterica operistica, dalla risata della maschera teatrale alla crudeltà dissacrante di folle impazzite e automatizzate. Si esplicitano e dipanano, attraverso questa cascata di voci sghignazzanti, rapporti di potere incentrati su genere, razza, specie e classe, in bilico tra il dire e non dire, tra il grido e il nodo in gola, tra il favellare umano e le espressioni di tutto ciò che - in un modo o nell’altro - escludiamo dalla categoria del propriamente umano. Immagine: un particolare da The Laughing Audience di William Hogarth (1733), conservato al Metropolitan Art Museum di New York.