California, 23 aprile 1991. Una donna entra trafelata nella stazione di polizia e butta sul tavolo delle polaroid. Poche ore dopo, ai loro occhi, la scena della mattanza: un foro di proiettile sulla nuca di Fathyma Vann, l’unico gesto di grazia prima dell’accanimento: ripetute pugnalate al collo, allo stomaco, nei genitali, e nel retto. Poi, l’asportazione di orecchie, capezzoli e infine degli occhi. “I love Jesus”, scavato nella carne di Fathyma, vedova madre di due ragazze.Mentre la polizia guardava inorridita la scena, Jablonsky stava pugnalando sua moglie Carol Spadoni e stuprando e ammazzando la suocera Eva Petersen. Verrà catturato il 28 aprile 1991, Jablonsky e Spadoni si erano conosciuti tramite corrispondenza e sposati mentre scontava 10 anni in prigione per l’omicidio della prima moglie e numerosi stupri.