Palermo, 1969. Un colpo audace e sconvolgente: la Natività di Caravaggio, un capolavoro da 20 milioni di dollari e grande quasi due e metri per tre, scompare dall’Oratorio di San Lorenzo. Il furto, orchestrato dalla mafia, apre il corposo dossier “Pratica 799”.
Per anni, il destino dell’opera fu un macabro racconto di distruzione: il pentito Mannoia dichiarò che la tela era stata tagliata e bruciata perché troppo danneggiata. La verità è emersa solo di recente, portando il mistero dritto in Svizzera. Il possibile acquirente? Un misterioso mercante svizzero, molto anziano, che fu fatto arrivare apposta in Sicilia. L’uomo, esperto d’arte, pianse davanti all’opera leggermente danneggiata, ma non la rifiutò. La conclusione degli investigatori è oggi inequivocabile: “la tela c’è, la tela da qualche parte sta”. Il capolavoro si troverebbe ancora, nascosto in qualche caveau elvetico, protetto dalla storica discrezione svizzera. Chi era questo mercante? E quanto è costata la segretezza svizzera? Un mistero in corso da mezzo secolo.
Questo podcast originale della Radiotelevisione Svizzera (RSI) — ideato da Maria Roselli e Olmo Cerri — si immerge nel “dossier Pratica 799” per svelare i segreti, le leggende e le tracce concrete di una caccia internazionale lunga mezzo secolo al capolavoro perduto, dimostrando come le ombre della criminalità organizzata si siano estese fino al cuore dell’Europa finanziaria. Prodotto da Alessandro Marcionni e Andrea Guidicelli. Realizzato da REC con la sonorizzazione di Daniele Sola e le musiche di Victor Hugo Fumagalli. Il podcast contiene alcuni elementi di ricostruzione finzionale.
Scopri la serie fiction RSI “La linea della palma”, liberamente ispirata all’ipotesi sulla pista elvetica.
Palermo, 1969. Un colpo audace e sconvolgente: la Natività di Caravaggio, un capolavoro da 20 milioni di dollari e grande quasi due e metri per tre, scompare dall’Oratorio di San Lorenzo. Il furto, orchestrato dalla mafia, apre il corposo dossier “Pratica 799”.
Per anni, il destino dell’opera fu un macabro racconto di distruzione: il pentito Mannoia dichiarò che la tela era stata tagliata e bruciata perché troppo danneggiata. La verità è emersa solo di recente, portando il mistero dritto in Svizzera. Il possibile acquirente? Un misterioso mercante svizzero, molto anziano, che fu fatto arrivare apposta in Sicilia. L’uomo, esperto d’arte, pianse davanti all’opera leggermente danneggiata, ma non la rifiutò. La conclusione degli investigatori è oggi inequivocabile: “la tela c’è, la tela da qualche parte sta”. Il capolavoro si troverebbe ancora, nascosto in qualche caveau elvetico, protetto dalla storica discrezione svizzera. Chi era questo mercante? E quanto è costata la segretezza svizzera? Un mistero in corso da mezzo secolo.
Questo podcast originale della Radiotelevisione Svizzera (RSI) — ideato da Maria Roselli e Olmo Cerri — si immerge nel “dossier Pratica 799” per svelare i segreti, le leggende e le tracce concrete di una caccia internazionale lunga mezzo secolo al capolavoro perduto, dimostrando come le ombre della criminalità organizzata si siano estese fino al cuore dell’Europa finanziaria. Prodotto da Alessandro Marcionni e Andrea Guidicelli. Realizzato da REC con la sonorizzazione di Daniele Sola e le musiche di Victor Hugo Fumagalli. Il podcast contiene alcuni elementi di ricostruzione finzionale.
Scopri la serie fiction RSI “La linea della palma”, liberamente ispirata all’ipotesi sulla pista elvetica.

Il furto della Natività non è un crimine di balordi. È un affare di Cosa Nostra, che fa del controllo del territorio il suo punto di forza. Ma il legame tra arte e crimine affonda le radici nella storia stessa del pittore: Michelangelo Merisi, un genio che ostentava la spada, si muoveva tra risse e aggressioni, e dovette fuggire da Roma dopo un omicidio. Il Caravaggio finisce come un ostaggio: il parroco Don Rocco riceve dai ladri un pezzetto di tela, un segnale brutale che esige un riscatto. Mentre si parla di ricompensa in milioni e di tentativi di ricatto, il quadro genera mille leggende: c’è chi dice sia finito ai piedi del letto di Totò Riina o che fosse destinato al Senatore Giulio Andreotti. Quale ipotesi regge? Indaghiamo sul ruolo centrale dei boss e sul valore miliardario del bottino.