Benvenuto a
"La Nostra Storia", un podcast di
Antonio Conte.Siamo nella
terza tappa del nostro viaggio nel
Taccuino di Giuseppe de Nittis, e la scena si sposta a
Napoli, cuore irrequieto del
Sud, città viva e contraddittoria, dove il pittore muove i primi passi consapevoli verso la sua identità artistica.
Qui incontriamo
un adolescente affamato di bellezza, spesso anche di cibo, che attraversa la città con la fame negli occhi e una rabbia gentile nel cuore. Le aule dell’Accademia non gli bastano, i maestri lo deludono, ma i vicoli, i pastori, la luce e i caffè diventano il suo vero laboratorio.
De Nittis è già un ribelle, e la sua pittura nasce anche da questo: dalla solitudine, dalla miseria, dalla dignità degli ultimi. Lo vediamo muoversi tra
ritratti di artisti e botteghe piene di fumo, tra umiliazioni e piccoli trionfi, tra l’esilio e l’amicizia.
Il suo sguardo comincia a farsi più acuto, più tagliente.
Napoli gli insegna l’ironia e la malinconia, ma anche l’urgenza di fuggire, per trovare altrove la propria luce.
Un capitolo necessario, per capire dove nasce la verità di un artista che, prima di amare
Parigi, ha conosciuto
Napoli nella sua cruda poesia.
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