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Scudo (in)crociato
Gabriele Maestri
12 episodes
2 months ago
Nel 1994, mentre la scena politica italiana era in tempesta, il partito che ha governato l'Italia per oltre 40 anni, la Democrazia cristiana, volle cambiare il nome. Tre decenni dopo, tanti democristiani sono rimasti (e sono finiti quasi ovunque), ma da oltre un quarto di secolo si combatte una guerra inesauribile sulla vecchia denominazione e sul simbolo storico dello scudo crociato.
Gabriele Maestri, costituzionalista e curatore del blog www.isimbolidelladiscordia.it, racconta passo a passo - anche grazie ai materiali audio concessi da Radio Radicale - la diaspora democristiana e gli scontri elettorali e giudiziari nel nome della Dc. Ogni quindici giorni, una nuova puntata di una storia incredibile e difficile da dipanare, che non sembra avere fine.
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Nel 1994, mentre la scena politica italiana era in tempesta, il partito che ha governato l'Italia per oltre 40 anni, la Democrazia cristiana, volle cambiare il nome. Tre decenni dopo, tanti democristiani sono rimasti (e sono finiti quasi ovunque), ma da oltre un quarto di secolo si combatte una guerra inesauribile sulla vecchia denominazione e sul simbolo storico dello scudo crociato.
Gabriele Maestri, costituzionalista e curatore del blog www.isimbolidelladiscordia.it, racconta passo a passo - anche grazie ai materiali audio concessi da Radio Radicale - la diaspora democristiana e gli scontri elettorali e giudiziari nel nome della Dc. Ogni quindici giorni, una nuova puntata di una storia incredibile e difficile da dipanare, che non sembra avere fine.
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Ep. 12 - (Pen)ultime notizie sul risveglio
Scudo (in)crociato
48 minutes
1 year ago
Ep. 12 - (Pen)ultime notizie sul risveglio
I tentativi di riattivare la Democrazia cristiana, anche dopo i verdetti negativi dei giudici del 2013-2015, si moltiplicano: il più interessante trova una possibile via nel codice civile (art. 20), che consente a un decimo degli associati di ottenere la convocazione dell’assemblea di un’associazione, rivolgendosi al presidente del tribunale. Un gruppo di persone (tra cui Nino Luciani e Alberto Alessi) a metà del 2016 interpella ancora il Tribunale di Roma, presentando circa 200 firme di persone che nel 2012 – in vista del secondo XIX congresso, poi invalidato – avevano confermato la loro iscrizione alla Dc. Il percorso è lungo, ma stavolta il tribunale convoca l’assemblea degli iscritti, fissandola per il 26 febbraio 2017 all’Ergife: la riunione si svolge, parecchio movimentata, sceglie come guida temporanea Gianni Fontana, fino al 14 ottobre 2018, quando - al terzo XIX congresso - diventa segretario Renato Grassi.
La pace, però, non torna tra i “democristiani non pentiti”. Mentre l’Udc continua a esistere e operare (sia pure in formato ridotto rispetto al passato) e Gianfranco Rotondi centra di continuo la rielezione in Parlamento (grazie a sigle diverse), la Dc di Fontana e di Grassi non riesce a partecipare con lo scudo crociato alle elezioni politiche del 2018; soprattutto, da più parti si ritiene viziato il congresso del 2018 e c'è chi è convinto di averlo revocato. In vista delle elezioni anticipate del 2022, le Democrazie cristiane che presentano il simbolo sono ben quattro, ma l’unico ammesso è quello della Dc di Grassi, che sostituisce lo scudo con un drappo crociato: nel 2023 la segreteria passa da Grassi a Totò Cuffaro, fresco di riabilitazione e le liti su nome e simbolo ripartono. Offrendo nuove (pen)ultime notizie a una storia che sembra infinita.
La registrazione dell'assemblea del 26 febbraio 2017 è personale; l'intervento di Grassi al congresso del 2018 è stato tratto dal canale YouTube di Luigi abbate; la dichiarazione di antonio Cirillo è stata raccolta dall'emittente TvCity. L'intervento di angelo Sandri è tratto da un filmato della pagina Facebook della sua Democrazia cristiana; la dichiarazione di Totò Cuffaro viene da Tv Europa. Sono tratte invece dall'archivio di Radio Radicale le interviste a Gianfranco Rotondi e Cuffaro, realizzate da Lanfranco Palazzolo.
Scudo (in)crociato
Nel 1994, mentre la scena politica italiana era in tempesta, il partito che ha governato l'Italia per oltre 40 anni, la Democrazia cristiana, volle cambiare il nome. Tre decenni dopo, tanti democristiani sono rimasti (e sono finiti quasi ovunque), ma da oltre un quarto di secolo si combatte una guerra inesauribile sulla vecchia denominazione e sul simbolo storico dello scudo crociato.
Gabriele Maestri, costituzionalista e curatore del blog www.isimbolidelladiscordia.it, racconta passo a passo - anche grazie ai materiali audio concessi da Radio Radicale - la diaspora democristiana e gli scontri elettorali e giudiziari nel nome della Dc. Ogni quindici giorni, una nuova puntata di una storia incredibile e difficile da dipanare, che non sembra avere fine.