
«Vorrei tanto che un uomo, un uomo solo mi capisse. E desidererei che quell'uomo fosse lei». Così inizia "Lettera al mio giudice", romanzo di Georges Simenon.Una lettera. Non di scuse. Non di pentimento. Una lettera per spiegare. Per dire: ascoltatemi, prima di giudicare.Il libro è molto più di un noir.È il ritratto di un uomo qualunque — un medico, un padre — che uccide la donna che dice di amare.E poi, in cella, scrive. Scrive tutto.Scrive perché solo scrivendo riesce a tenersi in piedi.C’è un delitto, sì. Ma non è la parte centrale.Il cuore di questo libro è nella voce di Charles (Alavoine).Nella sua fragilità.Nella sua ossessione.Nel suo bisogno disperato di essere compreso, almeno una volta nella vita."Lettera al mio giudice" è stato pubblicato da Simenon nel 1946, ma non ha perso nulla della sua forza.È un romanzo che non ti lascia certezze. Ti costringe a entrare nella testa di un uomo che ha fatto l’irreparabile.E a chiederti: dov’è il limite tra amore e possesso? Tra protezione e controllo?E soprattutto: chi decide cos’è davvero la verità?Questa è la versione integrale della storia.Una storia cupa, intensa, lucida. Che potrebbe essere vera.O che, in un modo o nell’altro, lo è già.#libri #libridaleggere #georgessimenon #booktok #crime