Le lettrici e i lettori italiani negli ultimi anni stanno prendendo confidenza con Paul Cox, con il suo stile eclettico, i suoi testi spiazzanti, la sua ironia sottile, il suo modo non lineare di raccontare, la libertà con cui si fa beffe di arte e letteratura, i suoi libri poco convenzionali per testi e immagini.
Storia dell’arte, che nel 1999 ha vinto il Bologna Ragazzi Award, è l’ennesimo libro eccentrico di Cox, somigliante a “Una storia d’amore”, da poco pubblicato dai Topi, ma anche molto differente.
Cox nei suoi libri sembra costruire le trame in modo poco sequenziale, ma piuttosto per accumulo progressivo, in base all’umore, al caso, alle circostanze, al divertimento, al desiderio di sconcertare e scompigliare le regole.
Tutto è illogico, ma al tempo stesso sembra filare, come se la richiesta di sospensione dell’incredulità rivolta al lettore andasse oltre il dovuto, ma fosse comunque legittima, il tutto con una buona dose di umorismo.
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