
Gianni Tonti è mio padre. È passato dal carretto alla formula uno (davvero), dal bagno nell'orto all'intelligenza artificiale. Ha fatto una carriera pazzesca, iniziando a fare il barbiere a dodici anni ai malati in ospedale, fino a diventare direttore tecnico dell'Alfa Corse, passando per i mondiali vinti con la Lancia. In un'Italia del dopoguerra fertile, produttiva, fucina di menti brillanti e meritocratica.