Esercizio: osservare e analizzare una compravendita. Da un lato c’è un bene o un servizio, dall’altro il denaro; in mezzo, il meccanismo che consente lo scambio. Studiare questo ingranaggio, scomporlo nei suoi elementi, dare un nome a ogni componente e capire come si incastra con le altre parti, è il modo più intelligente per migliorare i risultati.
Quando le vendite non funzionano, di solito molti elementi positivi sono presenti, ma non dialogano tra loro. Questo genera frustrazione: il prodotto è valido, la location è giusta, l’assistenza è efficiente, eppure il sistema non gira. La responsabilità di farlo funzionare è soprattutto di chi vende, non del cliente, il cui ruolo è limitato alla decisione finale.
Promemoria: il cliente non organizza un proprio sistema di acquisto. Non costruisce centri commerciali, non progetta siti di e-commerce, non si coordina per chiedere servizi mancanti. Se un’informazione non c’è, tende a concludere che quell’opzione non esista. Le eccezioni – situazioni di monopolio o luoghi in cui basta “essere presenti” per vendere – sono rare e non possono essere un modello.
Per questo è necessario costruire un sistema di vendita fatto di contenuti. I contenuti sono segnali che indicano dove andare, spiegano cosa fare, chiariscono condizioni, prezzi, modalità, tempi. Devono ripetere le informazioni essenziali ovunque il cliente possa intercettarle (sito, social, email, messaggistica...).
Un buon test consiste nel chiedersi quanta iniziativa sia richiesta al cliente per ottenere risposte o compiere il passo successivo. Più l’intraprendenza necessaria è alta, più il sistema è debole. In conclusione un sistema di vendita efficace fa 3 cose:
- riduce al minimo gli sforzi richiesti
- rende concreto ciò che altrimenti resterebbe solo immaginato
- permette al cliente di riconoscere con immediatezza come procedere verso l’acquisto.
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La voce di Alessio Beltrami viene utilizzata per gentile concessione della Fondazione Alessio Beltrami