Versatile, curioso e con l’ambizione di regalare qualche sorriso con una pensosa leggerezza. Charlot da Charlie Chaplin prende il nome ma vorrebbe rifletterne anche lo spirito, per diventare un programma che guarda al mondo dello spettacolo come da una scala a chiocciola: con una prospettiva a 360 gradi ma anche qualcuno in più. Perché passare e ripassare da un certo luogo - fisico o mentale - affrontare tematiche e problematiche vicine da punti di vista differenti, alla fine ci regala piccole illuminazioni, impreziosite da accostamenti inediti. Charlot si occuperà di cinema, di teatro, di opera lirica, di serie TV, di musical o di stand-up comedy... Facendoli dialogare tra loro a volte. Altre sfruttando quello che i linguaggi più moderni insegnano a quelli tradizionali. Due ore settimanali per scoprire, riflettere, interrogarsi sul mondo dello spettacolo e le sue prospettive.
Versatile, curioso e con l’ambizione di regalare qualche sorriso con una pensosa leggerezza. Charlot da Charlie Chaplin prende il nome ma vorrebbe rifletterne anche lo spirito, per diventare un programma che guarda al mondo dello spettacolo come da una scala a chiocciola: con una prospettiva a 360 gradi ma anche qualcuno in più. Perché passare e ripassare da un certo luogo - fisico o mentale - affrontare tematiche e problematiche vicine da punti di vista differenti, alla fine ci regala piccole illuminazioni, impreziosite da accostamenti inediti. Charlot si occuperà di cinema, di teatro, di opera lirica, di serie TV, di musical o di stand-up comedy... Facendoli dialogare tra loro a volte. Altre sfruttando quello che i linguaggi più moderni insegnano a quelli tradizionali. Due ore settimanali per scoprire, riflettere, interrogarsi sul mondo dello spettacolo e le sue prospettive.

È la memoria, politica e personale, indagata come spazio di resistenza e di reinvenzione, il tema al centro della 34ª edizione del FIT - Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea di Lugano.
Con dieci giorni di teatro, 29 repliche, 7 incontri con gli artisti, la radio itinerante Keep FIT with radio, l’iniziativa del Biglietto Sospeso, il progetto intergenerazionale Restez FIT! e Sentieri Selvaggi, il nuovo percorso triennale per i giovani, il FIT ribadisce la sua attenzione alla scena contemporanea.
Quest’anno si aggiunge anche Zona Franca, uno spazio conviviale e informale, aperto a musica, laboratori e incontri, pensato come terreno neutro in cui artisti e pubblico possano condividere esperienze e visioni. Non a caso, il FIT è stato insignito del Premio svizzero delle arti sceniche 2025 dell’Ufficio Federale della cultura. Un riconoscimento che sottolinea l’impatto e la rilevanza di questa storica rassegna teatrale nata negli anni Settanta.
Per riflettere sui linguaggi, le sfide e le nuove traiettorie della scena contemporanea Charlot dedica un’intera puntata al FIT, ospitando l’artista luganese Francesca Sproccati, che inaugura il festival con Venir meno, una performance immersiva che intreccia la figura mitologica di Hypnos con la memoria partigiana del bisnonno Battista; Paola Tripoli, direttrice artistica del FIT, e il coreografo e performer Marco D’Agostin, al festival con Asteroide, un omaggio ironico e poetico al musical che intreccia paleontologia, danza e un’inaspettata storia d’amore.