
Sean Baker è il cantore della società americana dimenticata, marginale, abbandonata, mortificata e maltrattata.
“Anora”, film con il quale ha ottenuto la Palma D’Oro al 77° Festival di Cannes, proietta lo spettatore nei sobborghi più malfamati di una New York sempre più tradita dal capitalismo e dove si incontrano i fantasmi illusi dal “sogno americano”.
Per la prima volta Sean Baker punta la sua cinepresa sul mondo degli eccessi e delle frenesie dei ricchi, è un capovolgimento funzionale del punto di vista che esalta la follia eccentrica di una commedia dark in cui convivono due anime: la prima più romantica e spensierata, la seconda più thriller e noir.
Il regista indie americano con “Anora” denuncia l’assenza di empatia, di umanità e di solidarietà nella società attuale, realizzando una fiaba moderna, pop e neorealista, dove si ride sia di pancia che di testa.
In abbinamento un classico contemporaneo newyorkese, il “Flat Iron Martini”, cocktail che rende omaggio allo spirito e all’essenza del film, capace di esaltare e amalgamare la ruvidezza e l’esplosività della vodka, alla dolcezza e morbidezza del Lillet Blanc.
Cosa rimane alla fine della visione di “Anora”? La sbornia del sogno, la malinconia del risveglio, ma la grande commozione per la resistenza dei sentimenti umani.
Viva il cinema!
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