
“Il mio giardino persiano” è il film che ha più conquistato il pubblico alla Berlinale del 2024. Toccante, umano e vitale, l’opera del duo registico iraniano, Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeha, è un racconto intimo e delicato che affronta il tema della solitudine e del desiderio di sentirsi nuovamente vivi.
Mahin, una vedova di 70 anni, è stanca della sua vita solitaria e dopo un pranzo con le amiche si convince a cercare la compagnia di un uomo: la donna avvicinerà l’anziano tassista Faramarz, ex soldato anche lui destinato a restare solo, e con gentilezza lo invita da lei per passare una serata insieme.
Il vero atto politico, di sfida contro il regime iraniano, che ha revocato il passaporto ai due registi impedendo di fatto la loro presenza alla kermesse berlinese, è l’aver portato sullo schermo il desiderio di amore e condivisione, la forza più forte e dirompente che neanche un regime può soffocare.
🍷In abbinamento un buon calice di Syrah, un rosso solido e strutturato, dai tannini accentuati e con un finale avvolgente e vellutato, capace regalare un elegante ventaglio aromatico, ricco di suggestioni come quelle che ci trasmette l’incontro serale di Mahin e Faramarz.
Viva il cinema!