L'obbiettivo di questo episodio è fornire  istruzioni dettagliate su come eseguire la pratica di allenamento da soli a casa, nota come Suburi. Si sottolinea l'importanza della forma corretta, avvertendo che l'esecuzione errata delle tecniche rallenterà il miglioramento. Ci si concentra su aspetti precisi come la posizione delle mani sul bokuto (spada di legno), il movimento della spada durante le estrazioni e i colpi, e la corretta postura del corpo (spalle indietro, gomito sinistro abbassato). Vengono anche discusse le tecniche di respirazione e la contrazione degli addominali (ab) per un corretto Kiai (urlo spirituale), concludendo con suggerimenti per variare l'allenamento per aumentare la resistenza o la velocità.

This episode seeks to provide detailed instructions on how to perform the self-training practice known as Suburi at home. The importance of correct form is emphasized, warning that incorrect execution of techniques will slow progress. Focusing on specific aspects such as hand placement on the bokuto (wooden sword), the movement of the sword during draws and strikes, and proper body posture (shoulders back, left elbow down) is also discussed. Breathing techniques and abdominal (ab) contraction for a proper Kiai (spiritual shout) are also discussed, concluding with suggestions for varying your training to increase endurance or speed.

The philosophy of Ken Zen Ichi, which translates as “The Sword and Zen are One,” focuses on Zen Master Takuan Soho's letter to fencing master Yagyu Munenori in the 16th century. The excerpt clarifies that true mastery of the art of swordsmanship, as defined in Takuan's Taikai, requires the complete unification of spirit (Ri) and technique (Waza). Takuan argues that many practitioners fail to achieve mastery because they prioritize only the physical, remaining prisoners of their own ego and its prejudices, which cloud their understanding of both the martial art and reality. According to this view, true victory lies in overcoming one's ego through the emptying of the spirit (Ku), essential to facing any human challenge. Takuan's explanations of spiritual education played a pivotal role in the transformation of Bujutsu (deadly martial art) into Budo (Way of Life).

La filosofia del Ken Zen Ichi, che si traduce come “La Spada e lo Zen sono una cosa sola,” focalizzandosi sulla lettera del Maestro Zen Takuan Soho al maestro di scherma Yagyu Munenori nel XVI secolo. L'estratto chiarisce che la vera maestria nell'arte della scherma, come definita nel Taikai di Takuan, richiede la completa unificazione dello spirito (Ri) e della tecnica (Waza). Takuan argomenta che molti praticanti falliscono nel raggiungere la maestria perché privilegiano solo l'aspetto fisico, rimanendo prigionieri del proprio Io e dei suoi pregiudizi, che offuscano la comprensione sia dell'arte marziale che della realtà. Secondo questa visione, la vera vittoria è il superamento del proprio ego attraverso lo svuotamento dello spirito (Ku), essenziale per affrontare qualsiasi sfida umana. Le spiegazioni di Takuan sull'educazione spirituale hanno avuto un ruolo fondamentale nella trasformazione del Bujutsu (arte marziale mortale) in Budo (Via della vita).

Maestro vs. Sensei: The Profound Difference Between Absolute Authority and a Trustworthy Guide

Sensei vs maestro: viaggio nell'anima archetipa e nell'umiltà nella guida delle arti marziali

Jōjutsu, a martial art created by Musō Gonnosuke Katsuyoshi in Kyūshū, beginning in the 17th century. Originally developed under the Kuroda clan, the art was enriched by integrating other disciplines such as Ikkaku-ryū Jittejutsu and Ittatsu-ryū Hojōjutsu, only to encounter internal divisions that limited its lines of transmission. Key figures of the late 19th and early 20th centuries, such as Shiraishii Hanjiro and Uchida Ryōgorō, helped shape the art by introducing new techniques and initiating its spread outside Fukuoka. The most significant transformation occurred thanks to Shimizu Takaji, a student of Shiraishii, who, at the request of Jigorō Kano, brought the art to Tokyo, renamed it Jōdo in 1940 to adapt to modern times, and standardized it with the introduction of kihon and the creation of the Seitei Jōdo, ensuring its survival and admission into the Zen Nihon Kendō Renmei. Despite Shimizu's modernization

Lo Jōjutsu, un'arte marziale creata da Musō Gonnosuke Katsuyoshi nel Kyūshū, a partire dal XVII secolo. Originariamente sviluppatasi sotto il clan Kuroda, l'arte si arricchì integrando altre discipline come l'Ikkaku-ryū Jittejutsu e l'Ittatsu-ryū Hojōjutsu, per poi affrontare divisioni interne che ridussero le sue linee di trasmissione. Figure cruciali di fine XIX e inizio XX secolo, come Shiraishii Hanjiro e Uchida Ryōgorō, contribuirono a plasmare l'arte introducendo nuove tecniche e iniziando la sua diffusione fuori Fukuoka. La trasformazione più significativa avvenne grazie a Shimizu Takaji, allievo di Shiraishii, il quale, su richiesta di Jigorō Kano, portò l'arte a Tokyo, la ribattezzò Jōdo nel 1940 per adattarsi ai tempi moderni e la standardizzò con l'introduzione dei kihon e la creazione del Seitei Jōdo, garantendone la sopravvivenza e l'ammissione nella Zen Nihon Kendō Renmei

Sources converge on the topic of Japanese martial arts attire, particularly the hakama and gi (or keikogi/kendogi/iaidogi), focusing on how to wear, tie, fold, and care for them.

Le fonti convergono sull'argomento dell'abbigliamento per le arti marziali giapponesi, in particolare l'hakama e il gi (o keikogi/kendogi/iaidogi), concentrandosi su come indossarli, legarli, piegarli e prendersi cura di essi. Come legare i lacci con un nodo a fiocco piatto e come piegare l'hakama per preservare le pieghe. Le discussioni integrano questi aspetti pratici con domande sul lavaggio, il mantenimento delle pieghe cucite e l'importanza di indossare indumenti intimi come i pantaloncini per sicurezza. Inoltre, un testo su Reishiki e reiho sottolinea il significato culturale e l'etichetta nell'indossare e mantenere l'uniforme e l'attrezzatura, evidenziando che il vestiario corretto è parte integrante della profondità della pratica evidenziando che l'uso dell'uniforme tradizionale non è solo un atto di tradizione, ma ha anche funzioni pratiche, come la protezione e l'occultamento del gioco di gambe.

This document presents notes on  Zen Nippon Kendo Renmei (ZNKR) iaido, based on materials by Ogura Noboru Sensei, with the aim of providing in-depth understanding for practitioners outside Japan.

Il documento presenta delle note estese sull'Iaido della Zen Nippon Kendo Renmei (ZNKR), originariamente basate sui testi di Ogura Noboru sensei e tradotte dal giapponese da Yoshitaka Matsuoka nel febbraio 2020. Le istruzioni sono intese a chiarire non solo le tecniche (waza), ma soprattutto l'attitudine mentale e i principi applicabili alla pratica, come lo Shu-ha-ri e il concetto di Zan In wo Fukumu. Il testo spiega dettagliatamente l'esecuzione e il significato di dodici kata specifici della ZNKR, offrendo indicazioni su aspetti fondamentali quali il Ma (distanza e tempo), l'uso delle mani (Tenouchi) e l'importanza del combattimento immaginario (l’avversario descritto nel Manuale ZNKR). Inoltre, vengono forniti importanti insegnamenti relativi all'atteggiamento durante le competizioni (Enbu), traendo spunti da principi del Buddismo Zen per coltivare una mente pura e libera da esitazioni. L'obiettivo generale è quello di "portare nuova vita nel Seitei iai della ZNKR" e promuovere il miglioramento continuo degli iaido-ka fuori dal Giappone.

The English version is available from this episode

Benvenuto, giovane Kenshi. Intraprendere il cammino del Kendo significa abbracciare una disciplina che forgia il corpo e lo spirito. L'esame che ti prepari ad affrontare non è un ostacolo, ma una tappa fondamentale del tuo apprendimento, un'occasione per misurare i tuoi progressi e comprendere più a fondo quest'arte. Questa guida è pensata per rendere questo momento meno intimidatorio e più comprensibile, offrendoti una mappa chiara dei concetti fondamentali che verranno valutati.

In questo episodio una serie di riflessioni sull'Iaido esaminate dalla prospettiva di un praticante occidentale principiante.  in particolare sul ruolo centrale dei Kata, descritti come schemi predefiniti di combattimento ereditati dalle pratiche cinesi (Taolu), ma eseguiti con un'estrema e rigorosa attenzione ai dettagli, riflettendo lo spirito culturale giapponese. Viene esplorata la fusione tra forma e contenuto e come l'adesione rigida allo schema, influenzata dal Confucianesimo e dallo Zen, possa talvolta far prevalere l'aspetto formale sulla tecnica reale. L'analisi si estende al concetto di Shu Ha Ri per l'evoluzione dell'allievo, criticando l'interpretazione di "Shu" come semplice copia senza comprensione, che può portare a perpetuare movimenti di cui si è perso il significato originale. 

The three different grips in Iaido, essential knowledge for intermediate and advanced practitioners. Based on the teachings of masters such as Ishido, Kobayashi, and Fukuhara.Only the Kirite grip or Kirioroshi no te, used for classical cutting, is initially taught. However, more experienced practitioners must learn to naturally vary their grip to adapt to specific movements. The other two grips are the Chiburi no te or Tomete, used for example in chiburi to firmly block the sword, and the Nukitsuke no te, used for horizontal cuts and the tsuki strike.It is emphasized that the ability to change grips fluidly and unobtrusively indicates maturity in the practice.

Le tre diverse impugnature nello Iaido, una conoscenza essenziale per i praticanti di livello intermedio e avanzato. Basato sugli insegnamenti di Maestri come Ishido, Kobayashi e Fukuhara.Si insegna inizialmente solo l'impugnatura Kirite o Kirioroshi no te, usata per il taglio classico. Tuttavia,  i praticanti più esperti devono imparare a variare naturalmente la presa per adattarsi ai movimenti specifici. Le altre due impugnature sono la Chiburi no te o Tomete, usata ad esempio nel chiburi per bloccare saldamente la spada, e la Nukitsuke no te, impiegata nei tagli orizzontali e nel colpo di tsuki. Si evidenzia come la capacità di cambiare presa in modo fluido e non visibile indichi maturità nella pratica.

The episode provides a comprehensive analysis of the naginata, a Japanese polearm characterized by a long, curved blade, comparable to the medieval European falchion. Its historical evolution is traced, noting how it stood out during the Genpei War for its effectiveness against cavalry and how its use shifted from military to domestic use during the Tokugawa Era, when it became a favored weapon among warriors' wives.

La naginata, un'arma inastata giapponese che viene paragonata al falcione medievale europeo. Introduciamo l'arma nel contesto dello studio del battojutsu stile Sekiguchi Ryu, evidenziando come l'arte marziale classica del suo utilizzo sia il naginatajutsu. La trattazione copre la storia dell'arma, notandone l'importanza durante la Guerra Genpei, il successivo declino in battaglia a causa dell'archibugio, e la sua trasformazione in arma da duello e, infine, in uno strumento di difesa domestica per le donne. Note sulla sua fabbricazione , specificando le sue componenti e le varianti principali, per poi concludere con una discussione sulla pratica del naginata-jutsu e sul vantaggio tattico conferito dal suo lungo raggio d'azione (ma-ai) in combattimento.

Grazie allo Zen Nippon Kendo Renmei (ZNKR) iaido, basato sui materiali di Ogura Noboru sensei, l'obiettivo di questo episodio è di fornire una comprensione approfondita per i praticanti al di fuori del Giappone. La discussione si  concentra principalmente sull'atteggiamento mentale e sui principi fondamentali della pratica, come lo Shu-ha-ri e l'importanza del kihon (tecniche di base). Infine, esamineremo l'esecuzione specifica dei dodici kata dello ZNKR iaido, distinguendo tra colpi di interruzione (Nuki-tsuke) e colpi letali (Nuki-uchi), e concludendo con importanti insegnamenti Zen applicabili alla pratica e alle competizioni.