Nell’imbarazzo dei media e della maggior parte dei politici italiani, tra sconfitte militari e rese dei conti interne, l’Ucraina sta velocemente scivolando verso la resa dei conti.
Pokrovsk e Kupyansk sono ormai in mano alle truppe russe.
Le battaglie nei due settori più rilevanti del fronte, oggi lungo 1.300 chilometri, sono ancora in corso, ma i due centri abitati nella regione di Donetsk (Pokrovsk) e Kharkiv (Kupyansk) sono ormai quasi del tutto sotto il controllo dei russi.
La superiorità russa in termini di uomini (8 contro 1 nell’area di Pokrovsk) e in tutte le categorie degli armamenti è così soverchiante da non lasciare speranze a Zelensky e compagni di poter ribaltare le cose.
Ma oltre alla guerra c’è anche il fronte interno.
Come riportava ieri il quotidiano Ukrainska Pravda due organismi anticorruzione del Paese, l’Ufficio nazionale anticorruzione dell’Ucraina (NABU e la Procura specializzata anticorruzione (SAP) hanno lanciato un’operazione anticorruzione, l’operazione Midas, che ha coinvolto una serie di personaggi eccellenti della cerchia del presidente.
E non finisce qui.
Perché la notizia forse più preoccupante che ci è arrivata in queste ore è questa:
l’FSB, il servizio federale di sicurezza russo, ha accusato i servizi di Kiev di aver organizzato un attentato false flag alla più grande base aerea della Nato in Europa, a Costanza, in Romania, per poi incolpare Mosca e innescare un escalation che avrebbe portato la Nato nel conflitto.
Vedremo se le accuse verranno confermate, ma come ci ha detto Gian Andrea Gaiani la tentazione di trascinare l’Europa nel conflitto cresce proporzionalmente alla crisi interna e militare del paese.
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