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Radio Radicale - Il Mondo a pezzi
Radio Radicale
3 episodes
3 days ago
Podcast "Il Mondo a pezzi", Lunedì alle ore 10.00. Radio Radicale
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Podcast "Il Mondo a pezzi", Lunedì alle ore 10.00. Radio Radicale
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Episodes (3/3)
Radio Radicale - Il Mondo a pezzi
Il Mondo a pezzi. Intervista a Paolo Guerrieri - Puntata del 24/11/2025
Limiti e successi della Cop30 in Amazzonia. Nella dichiarazione finale, sottoscritta da oltre 190 Paesi, non si fa menzione dell'impegno alla riduzione dell'uso dei combustibili fossili. È il risultato dell'azione di pressione fortissima esercitata dai grandi produttori di energia da fonte fossile come Arabia Saudita e Russia. E tuttavia non si può considerare questa Cop30 un fallimento, se si tiene presente il contesto geopolitico in cui si è svolta e l'assenza degli Stati Uniti, che hanno deciso il ritiro dagli Accordi di Parigi. Il vertice ha dimostrato che il multilateralismo è salvo. Un importante risultato è stato raggiunto con l'impegno alla creazione di un gruppo di cooperazione con i Paesi meno sviluppati per l'implementazione dei loro piani climatici attraverso un supporto tecnico-politico. Altro risultato degno di attenzione è la decisione di triplicare i fondi ai Paesi in via di sviluppo entro il 2035 per sostenere le politiche di adattamento climatico. L'Unione europea ha avuto un ruolo di primo piano alla Cop30, poiché si è battuta perché si arrivasse ad una dichiarazione che fosse sottoscritta dai Paesi partecipanti. Ed ha difeso la tassa europea sul carbonio, la CBAM, che colpisce chi produce all'estero senza rispettare i limiti alle emissioni. Sulla posizione dell'Ue hanno pesato le divisioni, effetto delle pressioni esercitate dalle forze politiche di destra ed estrema destra contrarie alla transizione ecologica e al Green Deal
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3 days ago
21 minutes

Radio Radicale - Il Mondo a pezzi
Il Mondo a pezzi. Intervista a Paolo Guerrieri Paleotti - Puntata del 17/11/2025
Un clima di pessimismo aleggia sulla Cop30, ls Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. I segnali di arretramento non mancano: non sono sufficienti i piani dei Paesi parte per la conversione da gas e petrolio verso le energie rinnovabili per raggiungere il livello di 1,5 gradi di riscaldamento; l'altissimo livello di caldo registrato negli ultimi tre anni ha creato molti danni; soltanto un terzo delle revisioni dei piani da aggiornare ogni cinque anni è stato presentato dai Paesi. La situazione geopolitica non è certo favorevole: gli Stati Uniti di Trump hanno abbandonato gli accordi di Parigi, le guerre in corso non facilitano l'opera, il prezzo dei fossili è aumentaro. Si è poi rafforzata la pressione delle lobby delle grandi compagnie produttrici di combustibili fossiIi, tanto che alla Cop30 si sono registrati in circa 1600. Se questa è la tendenza, è pur vero che non si deve sottostimare quel che si è realizzato in questi anni. Non siamo in linea con gli obiettivi di contenimento all'1,5 gradi del riscaldamento, ma prima della conferenza di Parigi il livello raggiunto si attestava sui 4 gradi. Altro dato importante è che le nuove tecnologie per le energie rinnovabili hanno avuto un grande successo: oggi più del 90 per cento della capacità elettrica installata funzionerà con energie rinnovabili e non combustibili fossili, perché le prime sono più convenienti. Un altro esempio positivo è la frenata alla deforestazione del polmone dell'Amazzonia. Ed altri Paesi stanno seguendo l'esempio brasiliano. Gli Usa non partecipano? Forse è meglio, poiché la presenza di Trump sarebbe un ostacolo alla sigla di patti importanti. In Europa è diventata fortissima la contestazione delle destre al Green Deal. La frenata è innegabile: lo dimostrano tanto il rinvio di un anno, al 2028, dell' l’attuazione del sistema ETS 2 sul carbonio che riguarda la combustione di carburanti negli edifici e nei trasporti; passi indietro anche sulla limitazione all'uso dei pesticidi. Ma non si può affermare che l'Europa abbia abbandonato la leadership climatica: l'impegno alla riduzione delle emissioni resta amibizioso, poiché si colloca tra il 66 e il 72 per cento in dieci anni. L'architettura del Green Deal resta in piedi, poiché molte delle norme-chiave su energia e industria sono state adottate o sono in fase di implementazione. È opportuno rimediare agli errori compiuti nella lotta al cambiamento climatico, che ha alimentato l'opposizione di chi ne denuncia i costi sociali e per le imprese europee. Come conciliare l'impegno alla diminuzione delle emissioni con la crescita della competitività, facendosi carico dei costi sociali. Meno regolamentazione, più incentivi, più investimenti in sviluppo delle nuove produzioni
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1 week ago
20 minutes

Radio Radicale - Il Mondo a pezzi
Il Mondo a pezzi - Conversazione con Paolo Guerrieri Paleotti - Puntata del 10/11/2025
Una sconfitta per Donald Trump il primo test elettorale dopo il suo insediamento alla Casa Bianca: i dem ottengono vittorie nette, da Mamdami sindaco socialista di New York alle centriste Mikie Sherrill e Abigail Spanberger, neogovernatrici rispettivamente di New Jersey e Virginia. Gli americani hanno votato con il portafoglio: in cima alle loro preoccupazioni ci sono i prezzi dei beni di largo consumo, gli alti costi degli affitti, i salari bassi. Tutti temi che i dem hanno affrontato in una campagna elettorale pragmatica. Da mesi il consenso di Trump è in discesa, soprattutto sui temi economici, su cui aveva puntato. Il costo della vita è stato il tema centrale. Trump non è stato in grado di tener fede alle promesse fatte da candidato: sconfiggere l'inflazione, far scendere i prezzi. Ma l'inflazione resta intorno al 3 per cento, i salari non sono cresciuti e il potere d'acquisto non è aumentato. Il costo della vita è troppo alto per milioni di persone e quel che ha fatto perdere Kamala Harris vale ora per Trump. Il presidente ha puntato in questi mesi su immigrazione e politica estera, ma agli americani interessa l'economia. E negare la sconfitta attribuendola all'assenza del suo nome sulla scheda elettorale o continuare ad affermare che l'economia va benissimo e che la politica dei dazi ha portato ingenti entrate nelle casse dello Stato significa negare la realtà. Accadde in qualche modo anche a Biden: l'economia andava bene, ma il costo della vita era aumentato. Tra 12 mesi il test decisivo delle elezioni di Midterm: se i Repubblicani perderanno il controllo della Camera, la politica di Trump troverà un ostacolo che ora non c'è. E potrebbe diventare un'anatra zoppa. È molto probabile che tassi di interesse, mutui, costo del credito, salari, resteranno un tema centrale anche nelle elezioni di Midterm. Anche perché l'economia continua ad avere un andamento poco prevedibile. Non si sono verificati recessione o impennata dell'inflazione, paventati da alcuni. Tuttavia desta preoccupazione l'arrivo di una possibile bolla legata ai titoli delle big tech che hanno investito nell'Intelligenza Artificiale: la sproporzione tra utili e capitali investiti potrebbe rivelarsi fatale
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2 weeks ago
21 minutes

Radio Radicale - Il Mondo a pezzi
Podcast "Il Mondo a pezzi", Lunedì alle ore 10.00. Radio Radicale