
Il dialogo offre una panoramica critica e commemorativa della figura di Pier Paolo Pasolini a cinquant'anni dalla sua morte, avvenuta il 2 novembre 1975. Le fonti lamentano la "svuotamento" e la "neutralizzazione" del suo pensiero, trasformato in un mito postmoderno che occulta il suo impegno politico e la sua carica eversiva, soprattutto le sue scomode critiche al neocapitalismo e alla società dei consumi. Viene inoltre esaminata in dettaglio la sua morte violenta, con alcuni saggi che sostengono la tesi di un delitto politico mascherato da omicidio a sfondo omosessuale, connesso ai misteri della Repubblica e ai depistaggi. Le celebrazioni del cinquantenario includono la pubblicazione di nuovi libri, tra cui la toccante Lettera al fratello Guido, e una serie di eventi teatrali e mostre volte a riscoprire l'eredità complessa e indocile dello scrittore.
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