Tra ricerche varie, una biografia sorprendente e la scoperta di un’ultima foto, mi avvicino alla soluzione del mistero della sparizione di mia nonna Doralice dalla vita di mio padre e poi dalla mia.
La zia francese mi racconta di come i miei bisnonni erano emigrati dal Piemonte al Cile, e di come poi i loro figli avevano riattraversato l’oceano per venire in Europa, proprio all’alba della Prima guerra mondiale.
In alcune foto appare evidente la cicatrice sul volto del nonno, probabile conseguenza di una coltellata. Un’anziana zia francese che non conoscevo mi scrive per dirmi che mi vuole incontrare.
Insieme a mia sorella e allo zio Baku, vado in Grecia per disperdere in mare le ceneri dei miei genitori. Baku mi descrive una terribile cicatrice sul volto di mio nonno, della quale non mi ero mai accorto.
La mia famiglia aveva caratteristiche insolite nel modo di rapportarsi con il mondo e con gli altri parenti, il che mi sconcertava in modo ricorrente.
I miei genitori si incontrano a Milano dopo un bombardamento, in piena Seconda guerra mondiale. Oppositori al regime fascista, prendono parte ad alcune pericolose imprese.
Carlo e Doralice, i miei nonni paterni, si incontrano in un teatro a Genova, lei attrice, lui spettatore. Doralice era nata in Cile, Carlo in Tunisia, dove si era insediata una numerosa comunità siciliana.
Camminando nella via di Milano in cui vivevano i miei, mi ricordo di quando mio padre aveva invitato me e mia sorella a pranzo per farci una rivelazione sconvolgente.