In Ghana c’è un argomento che mette tutti d’accordo: il calcio. Ne parlano ovunque, soprattutto i tassisti, mentre Kumasi scorre fuori dal finestrino e il matrimonio si avvicina.
Il giorno prima della cerimonia attraversa la città: la visita al museo e al forte di Kumasi racconta la storia dell’impero Ashanti; il mercato coperto, nel food quarter, è un intreccio di voci, odori e pentole sul fuoco. Poi il barbiere, un gesto semplice che diventa incontro. Qui conosco un ragazzo che mi chiede di fare un video: mi parla di un amico che non ce l’ha fatta lungo la rotta del deserto e del Mediterraneo, e lancia un messaggio chiaro ai più giovani — partire sì, ma con competenze e attraverso canali regolari.
Il giorno del matrimonio arriva con i canti gospel della chiesa battista: voci, battiti di mani, emozione collettiva. È una festa intensa, condivisa, dove la musica accompagna la promessa e tiene insieme fede, comunità e vita quotidiana.
Dopo la cerimonia si riparte: da Kumasi ad Accra, questa volta su un pullman statale, più lento e comodo, ma con un piccolo imprevisto nel finale. Poi l’aeroporto, l’attesa, il volo per Roma. Il viaggio si chiude, ma restano i suoni, le parole, gli incontri. E la consapevolezza che questo matrimonio è stato anche un modo per attraversare mondi diversi e sentirli, da dentro.
Da Kumasi partiamo verso ovest, fino a Manzo, il villaggio della sposa Janet, quasi al confine con la Costa d’Avorio. Arriviamo la sera e veniamo accolti dalla sua famiglia: tante voci, molti bambini, una comunità che si stringe intorno a noi senza formalità. Qui le tradizioni dei Dagati del Nord incontrano quelle Ashanti di Josef.
Il giorno dopo partecipiamo alla cerimonia della promessa matrimoniale: musica, canti, parole rituali e scambio di doni. Indosso il Kente, come gli adulti della famiglia, e mi ritrovo dentro un rito che unisce tradizione e cristianesimo, senza confini netti. È un sincretismo vivo, naturale, condiviso.
Rientrando a Kumasi attraversiamo quartieri popolari e uno slum della città, tra suoni, odori e vita quotidiana. La giornata si chiude con lo street food, mangiando insieme alla gente del posto. Il villaggio e la città, la cerimonia e la strada: tutto fa parte dello stesso racconto.
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Il viaggio continua da Accra verso Cape Coast, a bordo dei TroTro, tra voci, attese e un tempo che segue altre regole. A Cape Coast il mare cambia l’aria e il silenzio del castello della tratta degli schiavi pesa quanto la sua memoria. Ascolto le storie dei ghanesi tornati dagli Stati Uniti, cammino tra Elmina e il coro dei bambini che canta per una visita ufficiale, e mi lascio guidare dai suoni e dagli odori del Ghana.
Josef mi racconta in inglese la società matrilineare Ashanti e il senso dei funerali: il sabato del dolore, la domenica della festa. A Kumasi scopro un funerale che è musica e comunità, il caos del mercato dove compro il Kente per il matrimonio, i colori e le trame dell’African wear. La puntata si chiude con il canto a cappella di un ragazzo, una voce sola che riempie la notte.
In questo primo episodio racconto da dove nasce questo viaggio.
L’incontro con Josef e con altri ragazzi arrivati in Italia sui barconi, l’amicizia costruita nel tempo attorno alla libreria di Francesco, che per anni è stata un punto di accoglienza e ascolto. Il lavoro è l’integrazione, L’invito inatteso al matrimonio in Ghana arriva per tutti e tre: io, Francesco e Paola, gli amici storici. Francesco, per i suoi impegni, non potrà partire. Paola invece decide di venire .
Cominciano i preparativi, le vaccinazioni, la partenza. L’aeroporto, il volo, l’arrivo ad Accra. L’incontro con Josef e con sua sorella Florence, e il primo impatto con il Ghana: i suoni, il caldo, le voci. La puntata si chiude davanti al chiosco di riso fritto del fratello di Josef, primo assaggio di un viaggio che sarà soprattutto fatto di relazioni e di sensi.
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“Un assaggio del Ghana attraverso i sensi di Rocco: suoni, profumi, incontri e storie che prendono vita, trasportando l’ascoltatore nel cuore del viaggio, tra cultura locale, cerimonie tradizionali e l’atmosfera unica di un matrimonio.”