Blocco compensazioni: veto trasversale Dal credito d’imposta a quello bancario? Professionisti, imprese e agricoltori: no all’art. 26Audizioni sul
Ddl Bilancio, da lunedì a giovedì, davanti alle Commissioni riunite di Camera e Senato. Raramente si era vista una simile
convergenza:
sigle e rappresentanze di categoria, dal mondo delle professioni alle imprese, fino alle associazioni agricole, unite nel dissenso verso l’articolo 26 della Manovra, la norma che stringe le compensazioni dei crediti d’imposta prevedendo, dal 2026, il
dimezzamento della soglia di blocco per i contribuenti con debiti iscritti a ruolo e,
da luglio, la
limitazione dell’utilizzo orizzontale in F24. L’opposizione è trasversale. Dal
Consiglio nazionale dei commercialisti a
Confprofessioni, da
Confindustria fino a
Coldiretti: le principali rappresentanze chiedono lo
stralcio o la profonda
revisione dell’articolo. Le critiche si concentrano sugli effetti della misura in termini di
liquidità e sulla
penalizzazione delle micro e piccole imprese, dei lavoratori autonomi e dei settori che fanno ricorso ai crediti fiscali per
finanziare gli investimenti. Intanto il termine per la presentazione degli
emendamenti è fissato al
14 novembre, con un margine di modifica ridotto e una “dote” di soli 100 milioni di euro per le modifiche.
- Un fronte comune ampio
- Le modifiche previste dall’articolo 26
- Commercialisti in prima linea per il no
- Le imprese temono effetti su liquidità e investimenti
- Gli industriali: «se non si compensa il credito d’imposta, si ricorre a quello bancario» I
- l mondo agricolo: «tenere fuori l’agricoltura dall’articolo 26»
- Verso gli emendamenti: tempi stretti e margini limitati
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